Neanche gli Dèi

In un libretto di 336 pagine Asimov condensa una storia ricca in cui è possibile scorgere filoni narrativi diversi, con tematiche attualissime. Questa è la nostra appassionata recensione.

Se Omero inventava gli Dèi per svelare la natura dell'uomo, Asimov narra di una fonte apparentemente perfetta di energia, dietro cui si nasconde una razza evolutissima di alieni, e attorno cui i protagonisti (uomini, ma anche alieni) mostrano i loro lati più intimi. Nella fantascienza invece di mostri, eroi, magie, ci sono scienziati, alieni, robot,...
E' la prima volta che Asimov descrive extraterresti, ma, come ci si aspetta dal suo stile, si è lieti nel non trovare che una minima traccia di azione, mentre ciò che continua a colpire è la dolcezza e la sensualità della storia.
Il lato terrestre del romanzo è altrettanto dolce e intimo, e non tradisce la natura umana coma la conosciamo. E la natura umana può essere sconcertante. In presenza di una fonte illimitata di energia, il mondo della ricerca scientifica si ferma, e la carriera di alcuni ricercatori è bloccata dalla visibilità del nuovo barone, lo scopritore di questa tecnologia aliena. Come dire allora ad un mondo assuefatto all'energia gratuita, che le loro centrali elettriche causeranno la distruzione del mondo.
La descrizione tecnico-(fanta)scientifica che ne fa Asimov è convincente e le considerazioni termodinamiche sono attuali, come quelle della sostenibilità energetica, e veritiere: come si a prelevare energia da una sorgente senza poterla smaltire e senza avere delle conseguenze nel mondo in cui viviamo? Ma, come succederebbe nel mondo reale,


“La gente non vuol rinunciare all'energia gratuita, la desidera a tal punto da rifiutare di crede alla possibilità di non poterla più avere. Si rifiutano di credere che sia pericolosa il modo più semplice per negare il problema è negare che esista”.

 
Sembra che la fiducia di Asimov nel genere umano e nella tecnologia sia finita. Ma la soluzione arriva da un ricercatore in pensione e ribadisce che bisogna avere fiducia nella ricerca:


“Non si possono far rientrare i pulcini una volta usciti dall'uovo, il vino nell'uva o un bambino nell'utero. Se si vuole che un bambino non giochi col nostro orologio non ci si limita a dirgli che non deve farlo, ma gli si offre in cambio qualcosa”.

 
la ricerca di quel qualcosa non è più possibile nel mondo accademico terrestre dominato dal barone, ma è possibile... sulla Luna.
La soluzione fa sognare un mondo in cui si soddisfano sia i vizi degli uomini, sia le ragioni della scienza, che la salvezza del mondo. Un mondo in cui le tecnologie possono essere pericolose, ma il buon senso di qualcuno che non si accontenta e che non vuole rischiare la fine può superarle e correggerle.
Questo romanzo celebra degnamente il ritorno di Asimov alla fantascienza nel 1972, dopo dieci anni e mezzo decati alla saggistica (genere di maggior successo in quegli anni) e gode di una struttura narrativa intrigante. Un classico d'autore.

Con un messaggio: le soluzioni vanno ricercate, sempre.

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